Consiglio UE & agricoltura: più vicina la normativa sul carbon farming

Consiglio UE & agricoltura: più vicina la normativa sul carbon farming

Il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato le conclusioni espresse a dicembre dalla Commissione sul tema del sequestro del carbonio nei suoli agricoli, il cosidetto “carbon farming”. L’iniziativa, punta a “incoraggiare le pratiche agricole che contribuiscono a catturare l’elemento dall’atmosfera e a immagazzinarlo nei suoli o nella biomassa”.

Le conclusioni, si legge in una nota ufficiale, “precisano ciò che il Consiglio si attende in merito al quadro di certificazione per gli assorbimenti di carbonio, per il quale seguirà una proposta legislativa alla fine dell’anno, allo scopo di consentire la valorizzazione economica delle pratiche che aumentano l’assorbimento e lo stoccaggio del carbonio, sulla base di requisiti di misurazione scientificamente provati”.

 

Una pratica agricola essenziale per il clima

L’attesa approvazione della normativa riflette una posizione ormai chiara da parte di Bruxelles. La Commissione, in particolare, ha da tempo accolto gli appelli delle associazioni e delle organizzazioni del settore riconoscendo il ruolo decisivo delle pratiche di carbon farming tra gli strumenti di contrasto al cambiamento climatico.

Tali pratiche, ricorda il Consiglio, “possono comprendere, in agricoltura, l’impianto di siepi o alberi, la coltivazione di leguminose, l’utilizzo di colture intercalari e colture di copertura, l’agricoltura di conservazione e il mantenimento delle torbiere, e, nell’ambito della silvicoltura, l’imboschimento o il rimboschimento”.

La loro implementazione nell’ambito del Green Deal europeo dovrebbe quindi contribuire al raggiungimento di uno degli obiettivi climatici continentali. Ovvero la riduzione del 55% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Un traguardo intermedio che dovrebbe portare alla neutralità climatica a livello UE entro il 2050.

Nuovi incentivi per agricoltori e silvicoltori

Tra gli aspetti più importanti emersi dalla decisione del Consiglio c’è il riconoscimento “dell’importanza di fornire agli agricoltori e ai silvicoltori un sostegno finanziario sufficientemente incentivante a complemento della politica agricola comune”. Il piano di incentivi, ancora da definire, dovrebbe basarsi sull’utilizzo di risorse pubbliche così come di finanziamenti privati. Con l’obiettivo di incoraggiare gli operatori ad adottare pratiche rispettose del clima.

Il Consiglio, precisa ancora la nota, “ha inoltre sostenuto l’intenzione della Commissione di istituire un gruppo di esperti composto da rappresentanti dell’agricoltura e della silvicoltura, ritenendolo in grado di valutare i sistemi di certificazione del carbonio esistenti e di tenerne conto, nonché di condividere esempi di migliori pratiche provenienti da tutta l’UE”. Infine, l’invito rivolto alla Commissione di esaminare la possibilità di estendere la certificazione alle riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra. Includendo tra di esse il metano e il protossido d’azoto.

Il carbon farming fa risparmiare 42 milioni di tonnellate di CO2

Secondo la Commissione, il carbon farming dovrebbe garantire un risparmio complessivo pari a 42 milioni di tonnellate di CO2 in Europa entro il 2030. Per raggiungere questo scopo, in particolare, occorre adottare tre diverse misure. Ovvero la promozione del carbon farming nell’ambito della Politica Agricola Comune (PAC) e di altri programmi UE come LIFE e la missione “Soil Deal for Europe”, così come l’adozione di una definizione di metodologie standard di monitoraggio, reporting e verifica necessarie per garantire un’adeguata certificazione e permettere lo sviluppo del carbon market. Importante, infine, l’offerta di una gestione dei dati e di servizi di consulenza su misura per gli operatori del settore agricolo.

Fonte: resoilfoundation.org