Rischi naturali, Cingolani: la prevenzione è la parola magica per intervenire

Rischi naturali, Cingolani: la prevenzione è la parola magica per intervenire

Si è svolto ieri il convegno webinar “Conoscenza e prevenzione dei rischi naturali” sulla “necessità di promuovere le attività per una più approfondita conoscenza e prevenzione dei rischi naturali, anche alla luce delle nuove possibilità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” come ha spiegato l’organizzatore dell’evento, il Senatore del M5 S Ruggiero Quarto.

Quello che segue è il testo dell’ intervento del Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.

“Prevenzione è la parola magica: bisogna prevenire, perché costa di più riparare che prevenire. Occorre un patto di consapevolezza pubblico-privato, e tutti noi cittadini dobbiamo renderci conto che la sostenibilità è un compromesso di diverse istanze, soprattutto nel periodo del Covid”.
Lo ha affermato il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, intervenendo al webinar ‘Conoscenza e prevenzione dei rischi naturali’.

“La transizione ci serve a questo – ha spiegato il Ministro – a gestire quel compromesso che consenta alla sostenibilità di diventare globale: non si può essere sostenibili solo in una cosa, ma occorre conciliare le diverse istanze, ed essere dinamicamente pronti a fronteggiare le situazioni che si prospettano sapendo però che questo è un patto per il futuro delle generazioni che ci sono già adesso”.

“Sulla prevenzione – ha poi aggiunto Cingolani – la tecnologia ci deve dare una grande mano: per prevenire occorre osservare e monitorare il territorio con tutte le tecnologie disponibili, è il concetto della fusione dei dati, che devono ovviamente essere protetti e archiviati in un cloud nazionale. In tal modo – ha spiegato – potremo veramente monitorare l’erosione delle coste, il traffico dei rifiuti, l’impatto sulle foreste, l’analisi chimica dell’atmosfera in alcune zone. Sapere significa poter mettere in atto una politica di prevenzione”.

“Il Pnrr da un lato andrà a riparare una serie di aspetti fondamentali: la messa in sicurezza, i bacini idrici, dall’altro deve anche consentirci di far partire nuove tecnologie per potenziare la nostra capacità di prevenire. Solo se saremo in grado di prevenire in maniera avanzata – ha concluso il Ministro – potremo in futuro intervenire pianificando, e non in emergenza”.