Recovery Fund: contributi per agricoltura di precisione, 4.0 e rinnovo automezzi

Recovery Fund: contributi per agricoltura di precisione, 4.0 e rinnovo automezzi

500 milioni di euro sono stati riservati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per un progetto di investimento per l’innovazione e meccanizzazione del settore agricolo e alimentare.

Il progetto dovrebbe partire già nel 2021 e proseguire fino al giugno 2026, e sarà una ulteriore forma di agevolazione a sostegno degli investimenti in digitalizzazione aggiungendosi ai crediti di imposta del Piano Transizione 4.0.

Il progetto per l’ammodernamento dei macchinari agricoli, che si colloca nell’ambito della Componente 1 “Economia circolare e agricoltura sostenibile” della Missione 2 del PNRR, potrà contare su 500 milioni di euro della quota grants del Recovery and Resilience Facility, di cui 100 milioni sull’annualità 2022, 250 milioni sul 2023, 100 milioni sul 2024 e 50 milioni sul 2025.

Obiettivo della misura è aiutare gli agricoltori italiani ad adeguarsi alla strategia Farm to Fork, “Dal produttore al consumatore”, che fissa una serie di target in materia di riduzione di pesticidi chimici, fertilizzanti e antimicrobici e aumento della superficie destinata all’agricoltura biologica, nel contesto degli obiettivi ambientali e climatici dell’European Green Deal.

“In Italia si contano 1 milione e 800mila trattrici, la maggior parte immatricolate prima del 2000. Di queste, i dati Inail ci dicono che 560mila sono totalmente sprovviste di qualsiasi tipo di protezione perché ante 1977”, ha spiegato il presidente della commissione Agricoltura della Camera, Filippo Gallinella (M5S). Attraverso i fondi del PNRR, si punta a ridurre del 95% le emissioni generate rispetto al quadro attuale, oltre a limitare i consumi di carburante e i costi per gli agricoltori, a migliorare la sicurezza sul lavoro e a dare slancio al mercato dei macchinari agricoli. Quanto ai mezzi rottamati, la discussione è ancora aperta, ma secondo Gallinella “sarebbe opportuno vagliare la proposta di Unacma di donarli, in parte e laddove fattibile, ai Paesi in via di sviluppo nel solco di un rapporto di cooperazione internazionale”.

In ottica di economia circolare, inoltre, i contributi del Recovery dovrebbero sostenere anche gli investimenti per l’ammodernamento della lavorazione, dello stoccaggio e del confezionamento di prodotti alimentari. I contributi dovrebbero incentivare in particolare gli interventi diretti a migliorare la sostenibilità del processo produttivo, a ridurre e/o eliminare la generazione di rifiuti e a favorire il riutilizzo a fini energetici. In questo ambito il Recovery individua nel processo di trasformazione dell’olio d’oliva un settore particolarmente interessato dalla misura, alla luce della sua strategicità per l’industria agroalimentare italiana e delle difficoltà sperimentate dagli olivicoltori negli ultimi anni.

fonte: fasi.eu