Nutri-score: i produttori francesi contrari fanno pressione sul governo

Nutri-score: i produttori francesi contrari fanno pressione sul governo

Nel 2005 da un gruppo di ricerca di Oxford è stato ideato un nuovo meccanismo di informazione alimentare consistente in un sistema di etichettatura nutrizionale frontale da mettere sulla confezione dei prodotti con cinque gradazioni di colori a mò di semaforo.

Questo sistema è stato convalidato dalla FSA (Food Standards Agency). Anche l’OMS lo ha valutato positivamente. Questo è il Nutri-score. Alla fine è stato  scelto da alcuni paesi europei per facilitare gli utenti ad analizzare in modo più chiaro l’etichetta con tutti i valori nutrizionali.

L’utilizzo del sistema Nutriscore è diventato obbligatorio per legge in Francia il il 4 novembre 2017. Si tratta di un marchio grafico che sintetizza il punteggio nutrizionale degli alimenti in 5 classi su una scala di 5 colori (dal verde scuro all’arancione scuro), associati a lettere che vanno da A (“migliore qualità nutrizionale”) a E (“Qualità nutrizionale scarsa”).

L’esperienza sul campo ha dimostrato che seguire la metodologia del Nutriscore favorisce, dando semaforo verde, a certi ingredienti a scapito di altri come l’olio d’oliva o i grassi animali contenuti nei formaggi indipendentemente dalla qualità e dai valori nutrizionali positivi per l’alimentazione dell’individuo.

L’Italia si è schierata ben presto contro questo sistema poco scientifico che tende a favorire cibi ultrapreparati per rispondere alle esigenze dell’algoritmo che esprime i suoi giudizi su pezzaure da 100 grammi di prodotto.

La novità di oggi è che il governo francese ci starebbe ripensando proprio accogliendo le perplessità italiane che sono state fatte proprie dai produttori francesi di formaggio, in primis il Roquefort.

Julien Denormandie, ministro dell’Alimentazione francese, ha affermato ieri che la metodologia alla base delle etichette dei prodotti Nutri-Score dovrebbe essere riesaminata, perché può condurre a una classificazione dei prodotti “non necessariamente in conformità con le abitudini alimentari” di ciascun paese.

L’opposizione all’etichetta proviene principalmente dall’Europa meridionale, dove i paesi temono l’impatto che l’uso dell’etichetta potrebbe avere sulla cosiddetta dieta mediterranea.

In Italia, il governo del paese ha unito le forze con gruppi manifatturieri e di vendita al dettaglio per proporre un’altra etichetta, soprannominata Nutrinform.

Entro la fine del prossimo anno, la Commissione europea dovrebbe proporre un modo per armonizzare il numero di sistemi di etichettatura in tutta l’UE.

Nestlé e Danone sono tra le aziende che vogliono che Nutri-Score sia obbligatorio in tutto il blocco.