La siccità (per ora) ha risparmiato l’agricoltura al Sud

La siccità (per ora) ha risparmiato l’agricoltura al Sud

Il Nord Italia ha sofferto a lungo della carenza idrica con fiumi a secco e privo di scorte idriche. Il Sud Italia in gran parte sembra essere stato risparmiato dalla violenza della natura.

Addirittura anche le piogge di agosto hanno reso più agevole il fare scorte ai consorzi di bonifica meridionali: gli invasi sono abbastanza pieni e non sono state registrate difficoltà nelle irrigazioni. Ma questo è un buon motivo per non cullarsi sulla buona sorte ma di continuare a prepararsi a una crisi idrica.

E’ necessario continuare a investire, creare altri invasi, recuperare le reti di distribuzione, adottare nuove tecnologie e, in sintesi, spendere bene le risorse del PNRR.

L’aumento incredibile che hanno avuto l’energia e le materie prime ha portato a una revisione dei progetti ammessi a finanziamento. Parliamo degli 800 milioni destinati al potenziamento e all’ammodernamento del sistema irriguo. I primi 300 sono stati stralciati e gli oltre 500 disponibili sono ripartiti in questo modo 216,9milioni al Sud e 300,4 al Centro Nord.

Ma attenzione: il Pnrr non riserva alcun fondo a realtà in cui non sia presente un gestore industriale e le reti pubbliche non accedono a finanziamenti, a meno che non siano società privatizzate a maggioranza pubblica come lo Smat di Torino, che è tra gli organizzatori del “Festivale dell’acqua” che sis volge dal 21 al 23 settembre nel capoluogo piemontese.

Notevole l’impatto delle disfunzioni strutturali: in Italia le reti idriche perdono circa il 40% delle delle risorse, con dei picchi che raggiungono il sessanta in regioni come la Calabria, la Sicilia e la Campania. Occorre un management che sappia adottare le misure di prevenzione, che sappia utilizzare novità come l’agricoltura di precisione, che cambi la mentalità di sfruttamento delle acque dalla captazione fino al riuso dopo la depurazione.