Italia in ritardo nel digitale, anche se la classifica sorride

Italia in ritardo nel digitale, anche se la classifica sorride

La Commissione europea ha pubblicato i risultati dell’edizione 2021 dell’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI), che traccia i progressi compiuti negli Stati membri dell’UE in materia di competitività digitale nei settori del capitale umano, della connettività a banda larga, dell’integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese e dei servizi pubblici digitali.

Per l’Italia, la buona notizia che viene dal DESI è che scaliamo la classifica dei paesi europei, passando dal 25° al 20° posto dei 27 stati membri, ma comunque esageratamente indietro rispetto a quelli che sono in cima alla graduatoria. Il PNRR dovrebbe dare una mano concreta a un recupero più significativo per colmare quello che dagli esperti viene definito come un “significativo ritardo rispetto ad altri Paesi dell’UE anche in termini di capitale umano“.

Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale, ha dichiarato: “Il messaggio dell’indice di quest’anno è positivo: tutti i paesi dell’UE hanno compiuto progressi verso una maggiore digitalizzazione e competitività, ma si può fare di più. Stiamo quindi collaborando con gli Stati membri per garantire la realizzazione degli investimenti chiave attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza al fine di offrire a tutti i cittadini e a tutte le imprese il massimo delle opportunità digitali.”

Le relazioni DESI 2021 presentano principalmente i dati del primo o del secondo trimestre del 2020 e forniscono alcune indicazioni sui principali sviluppi dell’economia e della società digitali durante il primo anno della pandemia di COVID-19. Tuttavia i dati non tengono conto dell’effetto della COVID-19 sull’uso e sull’offerta di servizi digitali né dei risultati delle politiche attuate nel frattempo, che saranno più visibili nell’edizione 2022.

Tutti gli Stati membri dell’UE hanno fatto registrare progressi nel settore della digitalizzazione, ma il quadro generale negli Stati membri è eterogeneo e il divario tra i paesi con i punteggi DESI più alti e quelli con i punteggi più bassi rimane ampio, sebbene si noti una certa convergenza. Nonostante questi miglioramenti, tutti gli Stati membri dovranno compiere sforzi concertati per conseguire gli obiettivi per il 2030 stabiliti nel decennio digitale europeo.

Il DESI 2021 è stato adeguato per riflettere le principali iniziative strategiche, tra cui la “Bussola per il digitale 2030: il modello europeo per il decennio digitale“, che definisce le ambizioni dell’Europa per quanto riguarda il digitale e illustra le prospettive per la trasformazione digitale e gli obiettivi concreti per il 2030 articolati in 4 punti cardinali: competenze, infrastrutture, trasformazione digitale delle imprese e digitalizzazione dei servizi pubblici.

Il percorso per il decennio digitale, un programma strategico presentato a settembre 2021, definisce una nuova forma di governance con gli Stati membri, attraverso un meccanismo di cooperazione annuale tra le istituzioni dell’UE e gli Stati membri per garantire il conseguimento congiunto delle ambizioni. Il “percorso per il decennio digitale” affida il monitoraggio degli obiettivi del decennio digitale al DESI e, di conseguenza, gli indicatori DESI sono ora strutturati intorno ai 4 punti cardinali della bussola per il digitale.

Nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), gli Stati membri dell’UE si sono impegnati a destinare al digitale almeno il 20% delle dotazioni nazionali del piano per la ripresa e la resilienza e finora gli Stati membri hanno raggiunto o ampiamente superato tale obiettivo. Le relazioni nazionali DESI comprendono una sintesi degli investimenti e delle riforme digitali contenuti nei 22 piani per la ripresa e la resilienza già adottati dal Consiglio.