Indietro tutta: prorogata al 2024 la riforma dello sport

Indietro tutta: prorogata al 2024 la riforma dello sport

Gran parte delle nuove norme che dallo scorso febbraio – quando il nuovo governo Draghi ha dato via libera alla cosiddetta “riforma Spadafora” pena l’azzeramento del provvedimento – regolano il mondo dello sport entreranno in vigore alla data del 31 dicembre 2023. Aggiungiamo forse.

Quali sono i dettagli e le motivazioni del rinvio? Il governo Draghi non è convinto fino in fondo del contenuto della riforma e timoroso per le eventuali ricadute sugli enti già duramente colpiti dagli effetti della pandemia.

Possiamo aggiungere che davvero gli effetti a cascata non sono stati presi in considerazione nella stesura della riforma, dove sterilmente ci si è concentrati su un eventuale subordine alla politica della dirigenza del CONI, che sarebbe andato in contrasto con la Carta olimpica.

Tra le varie disposizioni che regolamentano il settore dello sport c’è veramente di tutto. Dalle norme che riguardano gli enti dello sport e il lavoro sportivo a quelle che regolarizzano le attività dei procuratori; dalle norme che riordinano la normativa degli impianti sportive a quelle che semplificano l’intero settore dello sport, degli sport invernali e quelle che regolamentano le prestazioni sportive amatoriali. Fino alla nascita della nuova figura professionale dello sportivo amatore.

I Cinque decreti legislativi.

L’articolo 30 commi da 7 a 11 del D.L. 41/2021 (decreto sostegni) proroga alla data del 31 dicembre 2023 i cinque decreti legislativi sotto elencati:

  • il d.lgs 36 del 28 febbraio 2021 recante il riordino e la riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici (viene prorogata al 31 dicembre 2023 l’entrata in vigore delle disposizioni contenute negli articoli dal 25 al 37);
  • il d.lgs 37 del 28 febbraio 2021 recante misure in materia di rapporti di rappresentanza degli atleti e delle società sportive e di accesso ed esercizio della professione di agente sportivo;
  • il d.lgs 38 del 28 febbraio 2021 che reca misure in materia di riordino e riforma delle norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi e della normativa in materia di ammodernamento o costruzione di impianti sportivi;
  • il d.lgs 39 del 28 febbraio 2021 che reca semplificazioni di adempimenti relativi agli organismi sportivi;
  • il d.lgs 40 del 28 febbraio 2021 recante misure in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali.

Le disposizioni in vigore dal 1° gennaio 2022

Gli articoli da 1 a 24 e da 38 al 50 del decreto legislativo 36/2021 che riguarda gli enti e il lavoro sportivo invece entreranno subito (1° gennaio 2022) in vigore.

Si tratta di quelle norme che regolano la personalità giuridica delle associazioni, l’assenza di fine di lucro, il riconoscimento ai fini sportivi, la costituzione e affiliazione delle società sportive professionistiche.

Definizione di sport

E’ contenuta nell’articolo 2 del d.lgs 36/2021 che definisce sport qualsiasi forma di attività fisica fondata sul rispetto di regole, che attraverso una partecipazione organizzata o non organizzata, ha per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli” 

Definizione di lavoratore sportivo

E’ “l’atleta, l’allenatore, l’istruttore, il direttore tecnico, il direttore sportivo, il preparatore atletico e il direttore di gara che, senza alcuna distinzione di genere e indipendentemente dal settore professionistico o dilettantistico esercitano l’attività sportiva verso un corrispettivo”.

Sarà rivoluzione?

Questa riforma dello sport rappresenta – se non verrà depotenziata nei prossimi due anni – una vera e propria rivoluzione per tutto il mondo dello sport, per certi versi molto attesa, per altri veramente temuta e criticata.

Da un lato le nuove norme potrebbero dare diverse tutele ai professionisti e dilettanti dello sport, dall’altro si andrebbero ad aggravare gli oneri a carico di associazioni e società sportive (gestori di palestre e piscine, giusto per citare qualche esempio) già in difficoltà prima della pandemia, durante la quale i danni si sono ulteriormente aggravati.