Emergenza clima: per la transizione dei sistemi agricoli pochi finanziamenti in arrivo

Emergenza clima: per la transizione dei sistemi agricoli pochi finanziamenti in arrivo

La quantità di finanziamenti per il clima che affluisce ai sistemi agroalimentari è sorprendentemente bassa e continua a diminuire rispetto ai flussi globali di finanziamenti per il clima. L’agricoltura è uno dei settori con il più alto fabbisogno di finanziamenti per l’adattamento per l’attuazione dei contributi determinati a livello nazionale (NDC), ma anche i finanziamenti per il clima per l’adattamento hanno una tendenza al ribasso. La tendenza al ribasso degli investimenti nel settore agroalimentare e nell’adattamento è motivo di allarme e un’occasione mancata.

Climate-related development finance to agrifood systems

E’ un  nuovo rapporto FAO, presentato durante la COP28 di Dubai, che affronta il persistente divario di conoscenze relative ai finanziamenti per il clima ai sistemi agroalimentari, fornendo dati e informazioni per supportare i paesi che prendono decisioni informate verso la trasformazione dei sistemi agroalimentari. L’analisi porta alla luce l’evoluzione dei finanziamenti per il clima nei sistemi agroalimentari negli ultimi due decenni, mostrando un’analisi settoriale unica degli stanziamenti di finanziamenti per il clima per l’adattamento e la mitigazione, approfondendo la diversità degli attori coinvolti, dalle agenzie bilaterali e multilaterali al settore privato, evidenziando la necessità critica di partenariati che trascendano i confini.

Sistemi agricoli fanalino di coda

Tra il 2000 e il 2021, il sostegno finanziario allo sviluppo per i sistemi agroalimentari – calcolano gli analisti dell’organismo Onu – è ammontato a 183 miliardi di dollari. Di questi, oltre al metà sono stati erogati dopo il 2016. Tuttavia nel 2021 i contributi sono crollati a 19 miliardi di dollari, un calo del 12% rispetto al 2020.

Nel periodo preso in considerazione i finanziamenti in termini assoluti sono cresciuti: dai 9 miliardi di dollari stanziati nel 2010 si è passati a 19 miliardi del 2021. Ma il tasso di crescita in favore dei sistemi agroalimentari è stato decisamente inferiore – da tre a quattro volte – se comparato con il complesso dei finanziamenti allo sviluppo legati al clima. I fondi destinati al comparto dei trasporti sono ad esempio cresciuti, nello stesso arco temporale, di quasi il 400%.

Andamento dei finanziamenti ai sistemi agroalimentari e loro peso sul totale dei fondi climatici globali. FONTE: FAO, 2023 su dati OECD.

Andamento dei finanziamenti ai sistemi agroalimentari e loro peso sul totale dei fondi climatici globali. FONTE: FAO, 2023 su dati OECD.

“Il potenziale unico dei sistemi agroalimentari per affrontare la crisi climatica può essere realizzato solo aumentando gli investimenti in soluzioni e azioni” ha commentato il vicedirettore generale della FAO, Maria Helena Semedo. “La tendenza al ribasso degli investimenti per l’adattamento del settore agroalimentare rappresenta un’occasione persa per fornire agli agricoltori di tutto il mondo le conoscenze, le tecnologie e l’innovazione essenziali per migliorare la loro resilienza”.

Secondo una recente analisi della Climate Policy Initiative, citata all’interno rapporto FAO, appena il 4% dei finanziamenti climatici globali è andato ai sistemi agroalimentari nel biennio 2019-2020. Eppure dalla trasformazione dei sistemi agroalimentari dipende la gran parte degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG). Ma per riuscire nell’impresa – calcolano gli analisti FAO – le nazioni dovrebbero mobilitare circa 680 miliardi di dollari all’anno fino al 2030.

Finanziamenti privati al palo

Peraltro, a livello macroregionale si notano enormi differenze: l’area più colpita dal calo dei finanziamenti è l’Asia, con una diminuzione del 44% rispetto al 2020. Al contrario, altre regioni fanno segnare lievi aumenti: +4% per Africa ed Europa, +6% per America Latina e Caraibi.

L’Africa subsahariana è attualmente il beneficiario principale degli investimenti finanziari in favore dei sistemi agricoli: la regione ha ricevuto una quota significativa – pari al 53% di questi fondi – principalmente da donatori bilaterali, in particolare Germania e Unione Europea.

Provenienza dei fondi per i sistemi agricoli divisi per fornitore e per macroregioni beneficiarie - anno 2021. FONTE: FAO, 2023 su dati OECD.

Provenienza dei fondi per i sistemi agricoli divisi per fornitore e per macroregioni beneficiarie – anno 2021. FONTE: FAO, 2023 su dati OECD.

Proprio i fornitori bilaterali (ovvero le entità o i Paesi che forniscono sostegno finanziario o risorse direttamente a un altro Paese) sono stati i principali contributori ai finanziamenti per i sistemi alimentari: da loro arriva il 59% dei fondi, a fronte di un 35% garantito da fornitori multilaterali e da appena il 5% ricevuto dal settore privato.

Tuttavia, il rapporto evidenzia che la finanza mista, nella quale sono combinati fondi pubblici e privati per incoraggiare progetti agricoli rispettosi del clima ma capaci anche di significativi benefici finanziari e sociali, sta ottenendo una popolarità crescente. “Affrontare efficacemente il cambiamento climatico nei sistemi agroalimentari – si legge nel documento FAO – richiede un approccio finanziario globale e personalizzato che sia in linea con le esigenze e le priorità specifiche delle diverse regioni e settori”.

La speranza del fondo “Loss and Damage”

Ecco perché, secondo gli autori del rapporto, “individuare gli strumenti finanziari più adatti e l’adeguata allocazione dei finanziamenti per il clima ai diversi settori è un passo cruciale nel perseguire obiettivi climatici globali rispondendo alle esigenze e ai contesti locali”.

Per imprimere un’accelerazione ai finanziamenti per la transizione dei sistemi agroalimentari, potrà giocare un ruolo strategico il nuovo fondo introdotto dalla COP27 e specificamente destinato a coprire perdite e danni dei Paesi più vulnerabili. “Questo fondo dovrebbe garantire crescenti opportunità per i sistemi agroalimentari di affrontare le sfide poste all’agricoltura e alla sicurezza alimentare dalla crisi climatica” commentano gli autori FAO.