Silvia Michelini, con la PAC strumenti finanziari per sostenere i giovani agricoltori

Silvia Michelini, con la PAC strumenti finanziari per sostenere i giovani agricoltori

Con una intervista a Silvia Michelini, Direttore della DG AGRI (Direzione Generale Agricoltura e Sviluppo Rurale) della Commissione Europea, a cura di Mario Guido del team fi-compass della BEI, è stato sviscerato il punto sulle novità della riforma della Politica agricola comune concordata nei giorni scorsi dai negoziatori di Parlamento e Consiglio.

  • Particolare attenzione verrà rivolta verso il ricambio generazionale e quindi sull’importanza che dovranno avere in futuro i giovani agricoltori in una visione a lungo termine.

“Vogliamo aumentare il numero di giovani che entrano in agricoltura. Non siamo soddisfatti dei numeri attuali. Gli agricoltori di età inferiore ai 35 anni sono solo il 5% nell’Unione Europea, mentre quelli di età superiore ai 55 anni sono circa il 58%. Vogliamo aumentare questi numeri, per questo abbiamo chiesto agli Stati membri di essere ambiziosi anche sulla questione del ricambio generazionale e vorremmo che dedicassero una parte dei fondi a delle misure a sostegno dei giovani agricoltori. Possono essere, per esempio, delle integrazioni del primo pilastro oppure delle sovvenzioni nel secondo pilastro in modo tale de coordinare gli interventi per massimizzare i risultati.

Credo che qui gli strumenti finanziari, possano giocare un ruolo importante. Uno dei principali ostacoli per i giovani agricoltori è l’accesso ai finanziamenti, questo è un punto importante su cui gli strumenti finanziari possono aiutare, rispondendo alle esigenze concrete dei giovani agricoltori.

Effecttivamente qui voglio ricordare uno studio importante che è stato pubblicato l’anno scorso sull’esigenze di finanziamento dei settori agricolo e agroalimentare in vari Stati membri. Abbiamo visto che è importante cercare di riuscire a colmare questo divario, queste esigenze di finanziamento. La programmazione degli strumenti finanziari può aiutare, in particolare nel caso dei giovani agricoltori. La pratica attuale già mostra che i giovani agricoltori sono da sempre un gruppo target dei nostri strumenti finanziari e sicuramente vogliamo continuare su questa strada anche in futuro.

E in effetti, i giovani agricoltori e il ricambio generazionale sono questioni importanti nel contesto dell’iniziativa a cui hai fatto riferimento, la comunicazione della Commissione sulla visione a lungo termine per le zone rurali. Si tratta di una importante iniziativa di cui il Commissario di Agricultura  Wojchiechowski è alla guida, in collaborazione con la Commissaria in responsabile della politica di coesione, Ferreira, e sotto il coordinamento della vicepresidente responsabile della democrazia e demografia, Šuica. La comunicazione che sarà pubblicata a fine Giugno esaminerà le sfide che si pongono nelle zone rurali, ma anche le tante opportunità delle zone rurali per il futuro. Ci proponiamo di avere una visione a lungo termine in una prospettiva fino al 2040, per descrivere come arrivare a questa visione attraverso le sinergie tra i vari fondi. Non è una comunicazione che è scritta negli uffici di Bruxelles, al contrario,  è una comunicazione che nasce da un processo partecipativo. In effetti abbiamo lanciato  delle consultazioni pubbliche, abbiamo consultato le parti interessate, abbiamo organizzato eventi, quindi è veramente un processo che nasce dal basso, che porterà ad una comunicazione che sera lanciata alla fine di Giugno. Rimanete, quindi, sintonizzati per vedere il risultato di tutto questo lavoro e questa importante iniziativa”.

  • Sappiamo che il Green Deal e il supporto alla transizione verde sono in cima alle priorità dell’Unione Europea, anche nell’ambito della PAC. La transizione digitale è un altro obiettivo di grande importanza. In che modo la politica di sviluppo rurale darà il suo contributo? E, tornando agli strumenti finanziari, pensi che questi possano essere uno strumento utile per raggiungere questi obiettivi di policy?

“In effetti hai menzionato il Green Deal europeo, e, in questo quadro l’anno scorso abbiamo adottato due importanti strategie: la strategia “Farm to Fork”, dal produttore al consumatore, e la strategia sulla biodiversità. Queste strategie mirano ad assicurare il contributo della PAC in materia di ambiente e clima, e a rendere i sistemi alimentari più equi e sani. In questo senso, ci siamo prefissi degli obiettivi che rispondono sia alla transizione verde, che alla transizione digitale. Ad esempio, nell’ambito della transizione verde abbiamo l’obiettivo di coprire il 25% dei terreni coltivati con il metodo biologico entro il 2030. Nell’ambito della transizione digitale, il nostro obiettivo è che tutte le zone rurali abbiano accesso alla banda larga veloce entro il 2025 per consentire l’innovazione digitale.

Una volta attuata, la futura PAC promuoverà ulteriormente la transizione verde e digitale verso un settore agricolo e verso aree rurali resilienti. Abbiamo vari investimenti per farlo: abbiamo i pagamenti alla superficie, anche abbiamo investimenti per la ricerca tecnologica eccetera. Abbiamo quindi un mix gli strumenti che tendono verso questo obiettivo. In questo mix metto anche gli strumenti finanziari, che sono veramente degli strumenti che consentiranno al potenziale dell’agricoltura di rispondere a queste obiettivi ambiziosi. Per esempio, si possono finanziare degli investimenti tecnologici, di ricerca ed innovazione, progetti più rischiosi o innovativi, che prevedono soluzioni digitali e attrezzature per il risparmio energetico.

Finora le autorità di gestione che gestiscono i programmi di sviluppo rurale hanno preferito i fondi di prestito e di garanzia. Al momento, stiamo discutendo con loro sulla programmazione e sul lancio di strumenti finanziari anche nei nuovi piani strategici della PAC. I bisogni delle aziende agricole non sono diminuiti con la pandemia, all’inizio dell’anno scorso, prima della pandemia abbiamo pubblicato uno studio che ha rilevato un deficit di finanziamento compreso tra 20 e 47 miliardi di euro per l’agricoltura dell’Unione Europea, e purtroppo, la crisi sanitaria non ha aiutato a colmare questo divario.