Pubblici esercizi: la beffa della Tari record nonostante le chiusure per Covid-19

Pubblici esercizi: la beffa della Tari record nonostante le chiusure per Covid-19

 La drastica riduzione dei rifiuti prodotti dai pubblici esercizi costretti alla chiusura forzata dalla pandemia e dai relativi decreti governativi, che ha prodotto oltre 5 milioni di tonnellate in meno rispetto al 2019, non trova udienza presso i comuni italiani, perché il 60% di loro ha aumentato il costo della Tari (la tassa sui rifiuti).

Avrebbe raggiunto infatti, secondo una rappresentazione grafica dell’Osservatorio Tasse locali di Confcommercio cui fa riferimento anche Il Sole 24 Ore, il livello record di 9,73 miliardi con un incremento dell’80% negli ultimi 10 anni.

Un vero e proprio paradosso che penalizza ulteriormente le imprese del terziario (tra le quali ortofrutta, fiorai, pescherie, ristoranti, pizzerie e pub) già duramente colpite dagli effetti della pandemia. E come sempre, ai costi che restano ancora troppo alti e sproporzionati a fronte dei quali, peraltro, non corrisponde un’efficiente gestione dei servizi resi dagli enti locali.