Più difficile aprire partite IVA con la legge anti-evasione

Più difficile aprire partite IVA con la legge anti-evasione

Con lo scopo di contrastare l’evasione fiscale e le frodi che spesso sono commesse tramite la costituzione di imprese “apri e chiudi” che operano cioè per poco tempo senza adempiere a nessun obbligo fiscale e contributivo e che poi cessano ogni attività, non permettendo di fatto alcuna attività di riscossione, la Legge di Bilancio 2023 (Legge 197/2023 all’art.1 commi da 148 a 150) ha previsto l’introduzione di specifiche analisi di rischio per intercettare soggetti fiscalmente pericolosi, con conseguente invito a esibire i documenti contabili che attestino l’effettivo esercizio dell’attività collegata alla partita Iva attribuita. All’Agenzia delle Entrate è concessa dalla legge la facoltà di mettere in atto la cessazione della partita Iva con apposito provvedimento nel caso di valutazione negativa della richiesta di apertura.

Il medesimo soggetto potrà eventualmente poi riaprire una nuova partita Iva ma dovrà rilasciare a garanzia una polizza fideiussoria o fideiussione bancaria per la durata di tre anni e per un importo non inferiore a 50.000 euro ovvero pari, se superiore, all’ammontare delle somme dovute per violazioni fiscali commesse prima del provvedimento di cessazione, se non già versate.

Nei confronti dei soggetti destinatari, il comma 149 stabilisce che venga irrogata anche una sanzione amministrativa di 3.000 euro, da versarsi senza possibilità di beneficiare del c.d. “cumulo giuridico” (art.11 c.7-quater del D.Lgs. 471/1977).