Pensione, il ritorno della pace contributiva: riscatto contributi imprenditori agricoli già nel 2024?

Pensione, il ritorno della pace contributiva: riscatto contributi imprenditori agricoli già nel 2024?

Torna il prossimo anno la pace contributiva. Re-inserita nella legge di Bilancio 2024, è una misura che era nata per la prima volta nel 2019 e poi si era esaurita nel 2021. È utile a chi ha periodi di “buco” contributivo (gli anni riscattati possono produrre un aumento del montante contributivo e quindi della pensione) e si può accompagnare al riscatto della laurea. La possibilità è offerta non a tutti i lavoratori, ma solo a coloro che ricadono nel sistema contributivo puro, cioè quelli che hanno contributi versati solo a partire dal 1° gennaio 1996. Sono esclusi i lavoratori che ricadono nel sistema misto e in quello retributivo. Vediamo come si può cogliere questa novità per andare in pensione prima.

La pace contributiva può essere richiesta per i periodi che non hanno copertura contributiva (nemmeno figurativa) successivi al 1995. Si possono riscattare fino a 5 anni di contribuzione per renderli utili alla pensione. I periodi riscattabili non devono essere per forza continuativi. Per calcolare il costo della pace contributiva, si applica l’aliquota contributiva di finanziamento vigente nella gestione previdenziale in cui opera il riscatto, alla data di presentazione della domanda. Tale aliquota va applicata all’imponibile dell’ultimo anno. In pratica si moltiplica l’imponibile degli ultimi 12 mesi per l’aliquota contributiva, e poi per il numero di anni da riscattare. La cifra così ottenuta sarà il costo.

Si può rateizzare al massimo in 10 anni (120 rate mensili) senza interessi. La cifra versata dà diritto alla detrazione fiscale del 50%, ammortizzabile in 5 anni con rate di pari importo. Possono accedere alla pace contributiva gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, al Fpld (fondo pensione lavoratori dipendenti), alla gestione speciale Commercianti, al fondo speciale della previdenza degli artigiani, al fondo speciale dei coltivatori diretti, degli imprenditori agricoli professionali, dei coloni e dei mezzadri, ai fondi esonerativi dell’Ago ed alle forme sostitutive ed esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria, come l’Inpdap e l’Enpals, oltre che alla gestione separata.

I periodi riscattabili devono quindi essere: privi di contribuzione versata; non soggetti a obbligo contributivo; collocati nell’arco temporale che va dal 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023. Il costo del riscatto è calcolato con il sistema contributivo con l’aliquota relativa alla gestione nella quale si chiede il riscatto e nello specifico: 33% per lavoratori dipendenti; 24% circa per lavoratori autonomi; 25,72% per gli iscritti alla Gestione Separata Inps. Le aliquote si applicano alla retribuzione media percepita e nell’anno che precede la domanda. Per avere il costo complessivo del riscatto, come detto, serve moltiplicare l’importo ottenuto per gli anni da riscattare.

Fonte:  Giacomo Andreoli, il gazzettino.it