Mascherine FFP2 e FFP3: come riconoscere quelle certificate da quelle taroccate

Mascherine FFP2 e FFP3: come riconoscere quelle certificate da quelle taroccate

Dall’inizio della pandemia a oggi sono oltre sei i milioni di mascherine e altri sistemi di protezione che sono state sequestrate dalle autorità perché riconosciute “taroccate”.

Mascherine arrivate dalla Cina, ma senza i documenti in regola o meglio solo apparentemente in regola. Ci si pone quindi il problema di capire come riconoscere quelle illegali?

Un’inchiesta di Repubblica snocciola dati agghiaccianti: dei 553 milioni di mascherine arrivate in Italia dall’estero, circa il 10% è non conforme, spesso anche inutile contro il coronavirus e quindi pericoloso per la salute pubblica.

Si tratta, tra le altre cose, di Ffp2 che hanno una capacità filtrante di appena il 36%, contro il 95% richiesto dalla norma. Così come le mascherine Ffp3 nemmeno regolari, con una capacità di filtraggio leggermente inferiore e che non superano il test per la traspirazione.

Vista la scarsità di dispositivi di protezione individuale, fu autorizzata dal Governo conte all’inizio della pandemia l’importazione e il commercio di mascherine sprovviste del marchio CE di conformità alle direttive dell’Unione europea.

Si è andati a creare un guazzabuglio nel quale sono finite tutte quelle mascherine che, non rispettando i requisiti richiesti per le mascherine ad uso medico, non potevano essere utilizzare in ambito sanitario, ma venivano considerate sufficienti per l’uso quotidiano in comunità.

Queste mascherine, per legge, non hanno l’obbligo rispettare requisiti di filtrazione o respirabilità, ma devono indicare al pubblico, sulla confezione, che non si configurano né come dispositivo medico, né come dispositivo di protezione individuale.

Come capire se le mascherine sono certificate?

Le mascherine chirurgiche sono classificate per legge come dispositivi medici e devono assicurare il rispetto della normativa generale dei dispositivi medici (Dir. 93/42/CEE) e soddisfare i requisiti imposti dalla norma tecnica EN 14683, che ne delinea le prestazioni minime in termini di efficacia filtrante e respirabilità. Queste sono le indicazioni.

Se mancano queste informazioni sulla confezione la marcatura:

  • non si tratta di una mascherina ad uso medico e non ci sono garanzie di efficacia
  • la mascherina è una mascherina ad uso medico, ma è stata prodotta in deroga alla norma durante lo stato di emergenza.
  • marchio CE

    ©Agenzie Dogane Monopoli

    Le maschere filtranti facciali, ossia le FFP2 ed FFP3 o N95 sono Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).

    Devono pertanto rispettare quanto stabilito nel regolamento UE 425/2016, che stabilisce che le maschere filtranti come le FFP2 e FFP3 sono DPI appartenenti alla categoria III di rischio: per essere messe in commercio, cioè, i produttori devono prima passare il vaglio di un organismo specializzato nella certificazione dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie. L’organismo certificherà l’aderenza del prodotto ai requisiti della norma tecnica EN 149:2001 e il produttore, potendo così dimostrare la conformità del prodotto, può apporre il marchio CE.

Dal sito dell’Istituto superiore di sanità si può accedere alla pagine delle “autorizzazioni rilasciate”. Nel file si possono trovare i nomi delle aziende autorizzate e la tipologia di mascherina autorizzata.