La guerra Russia-Ucraina fa esplodere il prezzo dei concimi

La guerra Russia-Ucraina fa esplodere il prezzo dei concimi

Sulla filiera agroalimentare italiana si abbatte la scure del caro-concimi, esploso insieme alla guerra tra Russia e Ucraina, aggiungendosi agli altri aumenti che sono sulla punta della lingua di tutti: energia, carburanti, mais e grano.

La fiammata del prezzo dei concimi è dovuto a due fattori:

  • l’aumento in sè del prezzo del gas sui mercati internazionali, poiché il metano è materia prima essenziale per produrre i fertilizzanti.
  • la decisione di Putin di imporre fino ad aprile, ma potrebbe essere rinnovato, il divieto all’esportazione di nitrato di ammonio, un prodotto fondamentale per la concimazione del grano.

Secondo i dati diffusi da Consorzi Agrari d’Italia, la guerra ha fatto esplodere il caro concimi con aumenti fino al 170% che pesano sulla filiera agroalimentare made in Italy mettendo a rischio le forniture alimentari e aggravando la dipendenza del Paese dall’estero.

Nel dettaglio, l’urea è balzata a 750-800 euro a tonnellata contro i 350 euro a tonnellata dello scorso anno, il perfosfato minerale è passato da 170 agli attuali 330 euro alla tonnellata, mentre i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 450 a 850 euro.

La conseguenza pratica è che si attendono raccolti meno ricchi qualitativamente e quantitativamente. Questo provvederà ad aumentare il fabbisogno di importazione che oggi vale il 64% del grano per il pane e il 44% di quello necessario per la pasta. Quindi ci sarà una impennata dei prezzi per i consumatori.

La mancanza dei cereali di origine ucraina sul mercato, dal momento che porti e trasporti sono fermi, unita alla crisi produttiva sudamericana di Brasile e Argentina provoca anche l’aumento del mangime di nutrizione per la zootecnia, che è già arrivato al 30% in più.