Come funziona il Reddito di Libertà e a chi spetta

Come funziona il Reddito di Libertà e a chi spetta

Per andare incontro alle istanze troppo spesso inascoltate di chi è vittima di abusi e soprusi è stato istituito nella primavera del 2020 dal governo Conte il Reddito di Libertà, una misura che prevede un aiuto economico di 400 euro al mese al massimo per un anno rivolta a donne vittime di violenza e in difficoltà.

Il Reddito di Libertà:

  • è stato istituito dall’articolo 105-bis, decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34;
  • è stato reso operativo dall’articolo 3, comma 1, DPCM del 17 dicembre 2020.

Si tratta di una misura consistente:

  • in un contributo economico, stabilito nella misura massima di 400 euro mensili pro capite;
  • concesso per massimo 12 mesi.

A chi spetta. Questi i requisiti per accedere al provvedimento. Destinatarie del contributo sono:

  • le donne residenti nel territorio italiano che siano cittadine italiane o comunitarie;
  • le cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno;
  • le straniere aventi lo status di rifugiate politiche o lo status di protezione sussidiaria.

Si tratta di donne vittime di violenzasenza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, al fine di contribuire a sostenerne l’autonomia.

Lo scopo principale è quello di garantire le spese per assicurare alle donne vittime di violenza e in difficoltà economiche:

  • autonomia abitativa;
  • percorso scolastico e formativo per i figli o le figlie minori;
  • per riacquisire un’autonomia personale a seguito di episodi di violenza.

La misura, inoltre, è compatibile con altri strumenti di sostegno al reddito.

L’iter di presentazione della domanda.

L’INPS ha comunicato il rilascio della procedura di acquisizione delle domande relative al Reddito di Libertà da parte degli operatori comunali, disponibile all’interno del servizio online Prestazioni Sociali con il messaggio 24 novembre 2021, n. 4132.

Per l’inoltro della domanda gli operatori dovranno collegarsi al portale www.inps.it, all’interno del servizio online “Prestazioni Sociali”, selezionando il servizio “Prestazioni sociali: trasmissione domande, istruzioni e software”. Il servizio è già utilizzato dai Comuni per la trasmissione delle domande di Assegno al nucleo Familiare e Maternità.

Con la circolare INPS 8 novembre 2021, n. 166, l’Istituto illustra nel dettaglio la disciplina del Reddito di Libertà, specificando i requisiti di accesso al beneficio, il regime fiscale e le compatibilità con altre misure di sostegno come il Reddito di Cittadinanza o altri sussidi economici anche di altra natura (REM, NASpI, Cassa Integrazione Guadagni, ANF, ecc.).

In merito alla domanda del Reddito di Libertà, si stabilisce che la domanda dovrà essere presentata all’INPS con una dichiarazione firmata dal rappresentante legale del centro anti violenza che ha preso in carica la donna e deve attestare il percorso di emancipazione e autonomia che l’interessata ha intrapreso.

Alla domanda sarà inoltre necessario allegare anche la certificazione relativa alla condizione di povertà attestata dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale che segue la donna. Per ottenere il reddito è obbligatorio che chi presenta richiesta abbia un certificato che attesti la frequentazione di un percorso all’interno di un centro anti violenza riconosciuto dalla specifica Regione di residenza o domicilio.

Per gli operatori comunali autorizzati all’inserimento e alla trasmissione delle domande, sono illustrate le funzionalità della procedura di accesso al servizio online, che verrà appositamente rilasciata sul sito e le conseguenti modalità operative e contabili.