Bonus mamme senza limite di reddito: come richiederlo

Bonus mamme senza limite di reddito: come richiederlo

Quest’anno, le lavoratrici dipendenti con almeno tre figli, di cui almeno uno minorenne, e quelle con due figli, di cui il più giovane ha meno di 10 anni, avranno accesso al bonus mamme. Questo bonus consiste nell’esenzione del 100% della contribuzione previdenziale a loro carico, fino a un massimo di 3.000 euro. L’INPS ha chiarito tramite una circolare che solo le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato, compreso l’agricolo con contratto a tempo indeterminato, anche part-time, avranno diritto a questo vantaggio. Tuttavia, il lavoro domestico è escluso da questa disposizione. Il bonus può arrivare fino a 250 euro al mese, corrispondenti a 141 euro netti massimi in busta paga, secondo i calcoli dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio.

Le lavoratrici mamme con contratto a tempo determinato non sono ammesse al bonus, ma hanno diritto ad esso se hanno un contratto di somministrazione o sono in apprendistato. Le lavoratrici autonome sono escluse e dovranno pagare interamente la propria contribuzione. Tuttavia, se un contratto a termine viene trasformato in un contratto a tempo indeterminato, il bonus per la madre lavoratrice sarà attivato in quel momento. Non esiste un limite di reddito per richiedere il beneficio, quindi potenzialmente possono farne richiesta anche manager o ereditiere, purché abbiano un contratto di lavoro dipendente. L’importo della contribuzione esentata è limitato a 3.000 euro all’anno e aumenta proporzionalmente al crescere della retribuzione.

Le madri con almeno tre figli, il cui più giovane non ha ancora compiuto 18 anni, continueranno ad avere diritto al bonus nel 2025 e nel 2026, fino al raggiungimento della maggiore età del terzo figlio. Secondo i calcoli dell’UPB, le lavoratrici saranno esentate dal pagamento dei contributi fino a una retribuzione lorda di circa 32.600 euro; oltre questa soglia, si applicherà il massimale e i contributi dovuti saranno determinati in base all’aliquota contributiva sul reddito eccedente. Quando il reddito raggiunge i 65.000 euro, l’aliquota contributiva effettiva sarà la metà di quella legale. L’INPS ha chiarito che il requisito per ottenere il bonus è considerato soddisfatto al momento della nascita del terzo figlio (o del secondo solo nel 2024). Non vi è decadenza dal diritto di beneficiare della riduzione contributiva in caso di premorienza di uno o più figli, di uscita dal nucleo familiare di uno dei figli, o di situazioni come la non convivenza o l’affidamento esclusivo al padre di uno dei figli.

Il bonus mamme si estende anche ai bambini in adozione e affidamento. Le lavoratrici idonee per l’esonero possono comunicare la propria intenzione di usufruirne al datore di lavoro o direttamente all’INPS, fornendo i codici fiscali dei figli. Il beneficio ha effetto dal primo gennaio, indipendentemente dal momento in cui viene comunicata la richiesta al datore di lavoro o all’INPS, a condizione che i requisiti siano soddisfatti in quel momento. Se il secondo figlio nasce nel corso dell’anno, il diritto al beneficio si attiva al momento della sua nascita. Tale beneficio cessa quando il secondo figlio raggiunge i 10 anni per le dipendenti con due figli e quando l’ultimo figlio compie 18 anni per quelle con tre o più figli.