19/10 Le novità sulle pensioni per il 2020

19/10 Le novità sulle pensioni per il 2020

Dalla lettura della Manovra 2020, si possono comprendere le linee che riguarderanno il sistema pensionistico nel 2020 da parte del Governo.

Quota 100 resta invariata almeno per il 2020, con scadenza naturale nel 2021. Si potrà continuare ad andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi fino al 31 dicembre 2021. E non occorrerà attendere tre mesi in più per la decorrenza del trattamento, quindi niente finestre di uscita aggiuntive rispetto all’attuale legge.

Prorogate di un anno sia l’Opzione Donna sia l’APE Sociale. Il Governo scrive in manovra: “possibilità per le lavoratrici pubbliche e private di andare in pensione anticipata con l’Opzione Donna anche per il 2020”. Una formula che consentirebbe di andare in pensione anticipata alle lavoratrici che compiono 58 o 59 anni, rispettivamente se dipendenti o autonome, entro il 31 dicembre 2019, avendo alla stessa data anche 35 anni di contributi.

Pensione calcolata interamente con il sistema contributivo, per cui la lavoratrice andrà in pensione prima ma rinunciando a una parte dell’assegno, con un taglio che potrà arrivare al 20-30%. Previste delle finestre fra maturazione del diritto e decorrenza della pensione, pari a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le autonome.

Prorogata di un anno l’APE Sociale. L’anticipo pensionistico, che consente di ritirarsi con 30 o 36 anni di contributi a determinate categorie di lavoratori (disoccupati, caregiver, disabili, addetti a mansioni faticose), sarà utilizzabile fino al 31 dicembre 2020.

Rivalutazione piena per i trattamenti fra tre e quattro volte il minimo. Il sindacato ha contestato, definendola irrisoria, la rivalutazione delle pensioni fra tre e quatto volte il minimo, ovvero fra 1.522 e 2mila 29 euro lordi al mese (si tratta di una platea di due milioni e mezzo di pensionati). In base ai calcoli Spi-Cgil, si tratterebbe di 50 centesimi in più al mese, 6 euro all’anno, cifre che il sindacato definisce «irrisorie e offensive» confermando la mobilitazione del prossimo 16 novembre.